Borgomaro (capoluogo)
Il documento più antico e attestante per la prima volta il territorio del Maro, e quindi pure l'attuale Borgomaro, è datato al 20 maggio 1150 con il quale il vescovo di Albenga Odoardo concesse la riscossione delle decime ecclesiastiche dei borghi della valle (tra questi pure i centri borgomaresi di Maro Castello e Conio) da parte dei conti di Ventimiglia Filippo e Raimondo. Questi ultimi lasciarono successivamente i loro beni - comprensivi pure dei territori feudali del Maro - al loro fratello Ottone che proprio sulla sommità di Maro Castello edificò un castello portandovi la sua residenza ufficiale elargendo, in qualità di unico Signore del Maro, privilegi e immunità come da atto del 15 luglio 1152.
Nonostante l'espansione delle terre verso la valle di Oneglia negli ultimi anni del XII secolo effettuata tra accordi e alleanze dal conte Ottone di Ventimiglia, gli storici identificano il figlio di quest'ultimo, Enrico, come primo fondatore dal XIII secolo del ramo nobiliare dei Ventimiglia del Maro avente come giurisdizione territoriale le contee del Maro e Oneglia, di Pietralata Superiore e Inferiore, della valle Arroscia, di Andora, di Rezzo e di Nasino. Alla morte di Enrico (1226) il grande feudo ponentino passò ai tre figli Filippo, Ottone e Guido e un documento di pace del 1227 cita espressamente, tra i possedimenti, anche il territorio di Borgomaro.
Con l'espansione di Genova nelle terre di ponente il feudo del Maro si assoggettava ad essa a partire dagli anni trenta del Duecento con gli stessi conti di Ventimiglia che mantennero l'investitura feudale. Risale al 9 giugno 1251 l'atto ufficiale di fedeltà delle comunità di Borgomaro e di Prelà, e dei conti ventimigliesi Raimondo e Filippo, alla Repubblica di Genova. I diritti sul feudo del Maro furono quindi acquistati per millecento lire dal conte Enrico, figlio di Filippo, che nelle sue nuove terre vide l'assalto perpetrato da Carlo d'Angiò nel 1270 e che solo nel 1273 riuscì a scacciare grazie all'aiuto prestato da Genova. Alla sua morte, nel 1311, il territorio passò nelle mani dei figli Guglielmo e Nicola proseguendo la discendenza dei Ventimiglia del Maro per tutto il XIV e XV secolo.
Fu il conte Gaspare a cedere tutto il territorio del Maro per la somma di 8.600 lire genovesi ai conti Lascaris di Tenda con atto datato a Tenda il 9 maggio 1455: Onorato I divenne quindi nuovo signore del Maro. Il feudo di Borgomaro passò poi alla figlia Anna Lascaris e quindi al primogenito Claudio nel 1511 che per la giovane età fu affiancato dall'uomo d'armi Alessandro Sorlium e dal capitano Guiraldo Salomone; solamente il 19 giugno 1554 il Signore di Borgomaro Claudio Lascaris, deceduta la madre Anna, venne riconosciuto del titolo dalle comunità del Maro. Dopo vari passaggi di proprietà i feudi di Borgomaro e Prelà passarono nelle mani del figlio Onorato Lascaris (1562) e poi alla sorella Renata (1572). Dissidi tra familiari e scontri portarono la contessa e signora Renata a cedere le proprietà del Maro il 16 novembre 1575 al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che, assoggetta pure la Contea di Tenda, fece di questo territorio della Liguria di Ponente un marchesato-podesteria del Ducato di Savoia; l'atto ufficiale di dedizione verso il duca fu compiuto dagli abitanti delle comunità il 3 gennaio 1577.
Fu Caterina d'Austria, moglie del duca Carlo Emanuele di Savoia e procuratrice generale, a cedere il Marchesato del Maro e il Contado di Prelà al marchese Gio Girolamo Doria nel gennaio 1590; nel 1605 il feudo di Borgomaro fu ereditato dal figlio Stefano Doria. Durante la guerra tra il ducato sabaudo e il Ducato di Mantova del 1614 le truppe spagnole, genovesi e napoletane riuscirono ad entrare nel territorio del Maro, dopo la conquista di Oneglia, e quindi conquistare il 30 gennaio 1615 il castello di Borgomaro dove si erano asserragliati i soldati del duca piemontese. Solamente nel 1618 il Regno di Spagna, con la pace di Pavia, restituì i feudi ai Savoia che eleggeranno questa parte dei loro domini al titolo di principato che fu assegnato ad Emanuele Filiberto.
Nuovi scontri a Borgomaro arrivarono con la guerra del 1625 tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova con i Genovesi che, conquistata la marina di Oneglia, facilmente e senza troppa resistenza entrarono nel feudo del Maro. Il castello, dove trovarono rifugio pure gli abitanti borgomaresi, capitolò rovinosamente dopo alcuni giorni con la cattura di ottanta soldati sabaudi e del loro comandante Luigi Bracco. La pace di Madrid del 1633 riportò Borgomaro tra i possedimenti del duca di Savoia.
Facente parte del Regno di Sardegna, i territori della valle del Maro e quindi anche la municipalità di Borgomaro confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio venne inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio.
Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, confluì nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento omonimo del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia.
Al 1925 risale la soppressione dei comuni di Candeasco e Maro Castello e il conseguente accorpamento nel territorio di Borgomaro come frazioni; nel 1928 verranno accorpati i soppressi comuni di Aurigo, Conio, San Lazzaro Reale, Ville San Pietro e Ville San Sebastiano. Solamente Aurigo, nel 1954, acquisì nuovamente una propria indipendenza comunale da Borgomaro.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia.
Candeasco
Su di un pendio che è fra i meno ripidi di tutto l'alto bacino dell'Impero, ben esposto al sole, si erge Candeasco, piccolo e grazioso borgo, che sino al secolo scorso si raggiungeva solo attraverso mulattiere. Vuole la tradizione che fosse diviso in 16 ville dove si annidavano i "bravaccioni" circondati da una numerosa popolazione che fu poi decimata da guerre, carestie, epidemie ed emigrazioni. Il passaggio di San Bernardino da Siena e le sue predicazioni in particolare proprio a Candeasco hanno ispirato l'intitolazione della chiesa parrocchiale di origine medioevale, ma completamente rifatta in epoca barocca. Del primitivo edificio quattrocentesco si conservano in abbondanza rocchi di colonne e capitelli sparsi dovunque nella piazza e nelle vie a guisa di sedili o come arredi minori. Fuori paese si trova la cinquecentesca cappella dei Melissano con un'interessante sovrapporta in rilievo rappresentante l'Annunciazione. A poca distanza dalla cappella vi è il caratteristico oratorio di N.S. degli Angeli di tradizione barocca, con portico a sedile che fronteggia l'ingresso, opera dell'architetto G.B. Marvaldi. La famiglia degli architetti Marvaldi, famosi nell'imperiese per la loro architettura chiesastica barocca, è originaria di Candeasco. L'operato degli architetti, che va dagli inizi del XVII secolo fino alla fine del XVIII, si esprime agli albori nella semplicità del suddetto oratorio, raggiungendo la sua massima espressione nella chiesa parrocchiale di Cervo. Questa località ci offre un prelibato dolce locale, "la bugia". Esso viene preparato per tradizione dalle donne del posto con soffice e morbido impasto, amalgamato sino a diventare trasparente, fatto saltare nel genuino olio di oliva bollente e infine cosparso, a doratura avvenuta, con zucchero e limone. Si ricorda ancora che, in loco, viene prodotto in abbondanza il citato olio extra vergine di oliva.
Conio
Conio, a 650 m. di quota, è il più alto insediamento della valle. L'abitato presenta importanti tracce della storia medioevale, di cui il campanile rustico in pietre squadrate e le navate, formate da archi e da colonne in pietra nera della chiesa di San Maurizio, sono la massima espressione. La chiesa e rimasta ad indicare forse anche la sede originaria dell'abitato di Conio, successivamente trasferito sul crinale più alto nei pressi del castello. Quest'ultimo, trasformato da roccaforte in palazzo dei conti di Ventimiglia, fu incendiato durante l'ultima guerra ed e attualmente in fase di restauro e ricostruzione da parte della Soprintendenza ai beni ambientali e culturali per la Liguria e conserva parti delle strutture murarie perimetrali in blocchi di pietra squadrata. La forma del tessuto edilizio dell'abitato risente del complesso incrocio di strade che si diramano in basso verso Borgomaro, in direzione di Poggialto e verso il passo di San Bernardo di Conio . A Conio, dove si trovano diverse fontane, è visibile anche uno dei più interessanti lavatoi della valle. Sistemato in un profondo vano esso è formato da una grande vasca quadrata agibile da ogni lato, con lastroni di ardesia. La sua forma raccolta evidenzia nella copertura in pietra il carattere montano dell'abitato legato, attraverso il Monte Grande, alle più estese aree della transumanza di tutto il ponente ligure, dal Roia al Tanaro. Negli orti, siti sotto il paese e abbondantemente irrigati, si coltivano i gustosi e rinomati fagioli bianchi di Conio, disponibili presso tutti i locali produttori.
Ville San Sebastiano
Maro Castello
San Bernardo di Conio
San Lazzaro Reale
Ville San Pietro
Regolamenti
-
I regolamenti comunali sono atti normativi approvati dal consiglio comunale.
Contengono: obblighi, divieti, regole e prescrizioni rivolti a diversi destinatari e stabiliti per disciplinare una serie di casi su cui il Comune ha competenza, tra i quali l'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni e degli organismi di partecipazione, il funzionamento degli organi e degli uffici e l'esercizio delle funzioni, nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo Statuto comunale, secondo quanto previsto dall'art. 7 del D.Lgs n. 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).
Statuto comunale
Nell'ordinamento giuridico italiano lo statuto comunale è l'atto normativo fondamentale, approvato ed emanato dal consiglio comunale, con cui esso stabilisce il proprio ordinamento generale.
Attraverso l'approvazione dello statuto il Comune si dà le regole relative alla sua amministrazione interna, ai fini e ai mezzi per conseguirli.
In particolare, lo statuto riporta il funzionamento degli organi di governo locali, le modalità di partecipazione dei cittadini, le forme di collaborazione tra il comune e altri enti, l'organizzazione degli uffici.
Contiene una breve introduzione che identifica il comune dal punto di vista territoriale e storico, con la descrizione di stemma e gonfalone delle onorificenze di cui si decora.
Una volta approvato, lo statuto viene pubblicato nel bollettino ufficiale della regione e affisso all'albo pretorio dell'ente per trenta giorni consecutivi, dopo di che viene inviato al Ministero dell'interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti.
Stemma e storia
Lo stemma comunale è costituito da uno scudo e da una corona collocata al di sopra dello scudo stesso.
Per l'adozione dello stemma, secondo il Testo Unico degli Enti Locali, occorre una deliberazione del consiglio comunale, che ne deve dare menzione nello statuto dell’ente.
Riferimento normativo: Testo Unico degli Enti Locali (DLgs 18/8/2000 n. 267)
Parcheggio e pass disabili
Chi contattare in Comune: Ufficio anagrafe
Per ottenere il tesserino di parcheggio per chi ha invalidità con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta, occorre presentare: modulo in cui si dichiarino sotto la propria responsabilità i dati personali e gli elementi oggettivi che giustificano la richiesta; certificazionemedica rilasciata dall'Ufficio medico-legale dell'ASL di appartenenza che attesti capacità di deambulazione sensibilmente ridotte.
La validità dell'autorizzazione è di 5 anni, rinnovabili presentando certificato del medico curante che confermi le condizioni sanitarie.
Per invalidità temporanee come infortuni, l'autorizzazione avrà le stesse modalità ma una durata stimata in base all'infortunio.
Leggi e norme di riferimento: Art. 188 Cds e art. 381 regolamento di esecuzione
Piano di Protezione civile
Chi contattare in Comune: Gruppo Intercomunale di P.C. e A.I.B. della Valle Impero e Valle del Maro
Un piano di emergenza , come sottolineato dalle linee guida della Regione Liguria , rappresenta "...il progetto di tutte le attività coordinate e di tutte le procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un determinato territorio , in modo da garantire l'effettivo ed immediato impiego delle risorse necessarie al superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita".
Il Sindaco potrà conseguentemente disporre di un valido riferimento che rappresenterà un percorso organizzato in grado di affrontare , soprattutto nella fase iniziale , le probabili difficoltà insite in un evento non programmato e dagli effetti talora imprevedibili.
Per approfondire (su altri siti): Portale Regione Liguria Sezione sulla Protezione Civile
P.C. e A.I.B. Valle Impero - Valle del Maro
Al servizio protezione civile fanno capo le seguenti competenze:
Gestione rapporti con il Gruppo Comunale di Protezione Civile
Redazione, modifica aggiornamento Piano Comunale di Protezione Civile
Acquisto attrezzature
Manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi in dotazione al Gruppo Comunale
Gestione rapporti con la Regione Liguria, Provincia di Imperia, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile
Segnalazione danni a seguito di calamità naturali
Sede legale: Piazza V. Emanuele II n. 2, Pontedassio (IM)
Sede operativa: Vico Teglie, piano terra del Palazzo Comunale
Capo del Gruppo Intercomunale: Sindaco pro tempore Geom. Franco Ardissone
Responsabile operativo sul territorio: Sig. Gianfranco Calzia
Responsabile Settore P.C.:
Istruttore tecnico: Geom. Daniele Ascheri
RECAPITI TELEFONICI: Tel. 0183/279026 - Fax : 0183/279721
RECAPITO TELEFONICO H24: 3358409131
Servizi sanitari
Tutte le informazioni sui servizi sanitari presenti sul territorio comunale
FARMACIE:
- Pirero dott.ssa Francesca - Via Agostino Guglieri, 44 Borgomaro - Tel. 018354038
- Agnese dott. Alessandro - Via IV Novembre, 38 - Chiusavecchia (IM) - Tel. 018352830
MEDICI DI FAMIGLIA:
- Dott.ssa Delfino Ilaria - Via L. Ameglio 32 - Ambulatorio Comunale - Tel. 3336710491 - 3703337093
- Dott. Aschero Enrico - Via Municipale - Ambulatorio Comunale Fraz. San Lazzaro Reale - Tel. 3388650730
- Dott. Akkad Wattar Abdul Salam - Via L. Ameglio 32 - Ambulatorio Comunale - Tel. 3479648300
Per approfondire su altri siti: portale dell'Azienda Sanitaria Locale 1
Politica ambientale
Chi contattare in Comune: [INSERIRE LINK A CONTATTO]
La centralità del patrimonio naturalistico ed ambientale nel proprio territorio, ci ha da sempre spinto a dedicare particolare cura alle politiche ambientali.
Il Comune ha aderito al "Patto dei Sindaci", una iniziativa comunitaria ("Covenant of Mayors")che impegna a ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Il primo passo è stata la misurazione della situazione di partenza.
Sposarsi
Chi contattare in Comune: Ufficio Anagrafe
Pubblicazioni di matrimonio
AttLe pubblicazioni devono essere richieste dai futuri sposi almeno due mesi prima della data prevista per il matrimonio, presentandosi in Comune con estratti degli atti di nascita, documenti di riconoscimento e due testimoni. Per otto giorni consecutivi la pubblicazione verrà affissa all' Albo pretorio per eventuali opposizioni al matrimonio. In caso di matrimonio religioso, il certificato di eseguite pubblicazioni viene restituito dopo altri tre giorni per consegnarlo al parroco. Per celebrare il matrimonio civile in un altro comune, occorre presentare domanda con le ragioni di opportunità e convenienza; la delega verrà consegnata dal Comune il quarto giorno dopo l'ultima pubblicazione. Le pubblicazioni scadono e vanno ripetute se il matrimonio non viene celebrato entro sei mesidalla data di eseguita pubblicazione.
- Riferimenti normativi: Codice Civile ( tit. V - del matrimonio DPR 311/2000 nr.396
Certificato di matrimonio
Attesta luogo e data del matrimonio e può essere richiesto in qualsiasi momento da chi ha contratto matrimonio nel Comune o da chi che ne conosca i dati anagrafici, presentando un documento di riconoscimento del Richiedente in corso di validità e i dati anagrafici (Nome, Cognome, Indirizzo e Data di Nascita) della persona a cui si riferisce il certificato. Il certificato può essere sostituito dall'autocertificazione* e ha validità 6 mesi rinnovabili mettendo in fondo al certificato la dichiarazione che le informazioni in esso contenute non sono variate (senza l'obbligo di autenticare la firma); le Pubbliche Amministrazioni, i gestori o esercenti di pubblici esercizi che lo richiedono, dovranno ancora ritenerlo valido.
- Norme di riferimento: Legge 24 dicembre 1954, n. 1228; D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223; Legge 29 dicembre 1990, n. 405; Legge 15 Maggio 1997 n. 127 c.d. Legge Bassanini
- Note: * che dovrà essere accettata dalle Pubbliche Amministrazioni e dai gestori di pubblici servizi. Gli enti privati e l'autorità giudiziaria possono invece richiederne la produzione, non essendo obbligati ad accettare le autocertificazioni