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muraleIl documento più antico e attestante per la prima volta il territorio del Maro, e quindi pure l'attuale Borgomaro, è datato al 20 maggio 1150 con il quale il vescovo di Albenga Odoardo concesse la riscossione delle decime ecclesiastiche dei borghi della valle (tra questi pure i centri borgomaresi di Maro Castello e Conio) da parte dei conti di Ventimiglia Filippo e Raimondo. Questi ultimi lasciarono successivamente i loro beni - comprensivi pure dei territori feudali del Maro - al loro fratello Ottone che proprio sulla sommità di Maro Castello edificò un castello portandovi la sua residenza ufficiale elargendo, in qualità di unico Signore del Maro, privilegi e immunità come da atto del 15 luglio 1152.

Nonostante l'espansione delle terre verso la valle di Oneglia negli ultimi anni del XII secolo effettuata tra accordi e alleanze dal conte Ottone di Ventimiglia, gli storici identificano il figlio di quest'ultimo, Enrico, come primo fondatore dal XIII secolo del ramo nobiliare dei Ventimiglia del Maro avente come giurisdizione territoriale le contee del Maro e Oneglia, di Pietralata Superiore e Inferiore, della valle Arroscia, di Andora, di Rezzo e di Nasino. Alla morte di Enrico (1226) il grande feudo ponentino passò ai tre figli Filippo, Ottone e Guido e un documento di pace del 1227 cita espressamente, tra i possedimenti, anche il territorio di Borgomaro.

Con l'espansione di Genova nelle terre di ponente il feudo del Maro si assoggettava ad essa a partire dagli anni trenta del Duecento con gli stessi conti di Ventimiglia che mantennero l'investitura feudale. Risale al 9 giugno 1251 l'atto ufficiale di fedeltà delle comunità di Borgomaro e di Prelà, e dei conti ventimigliesi Raimondo e Filippo, alla Repubblica di Genova. I diritti sul feudo del Maro furono quindi acquistati per millecento lire dal conte Enrico, figlio di Filippo, che nelle sue nuove terre vide l'assalto perpetrato da Carlo d'Angiò nel 1270 e che solo nel 1273 riuscì a scacciare grazie all'aiuto prestato da Genova. Alla sua morte, nel 1311, il territorio passò nelle mani dei figli Guglielmo e Nicola proseguendo la discendenza dei Ventimiglia del Maro per tutto il XIV e XV secolo.

Fu il conte Gaspare a cedere tutto il territorio del Maro per la somma di 8.600 lire genovesi ai conti Lascaris di Tenda con atto datato a Tenda il 9 maggio 1455: Onorato I divenne quindi nuovo signore del Maro. Il feudo di Borgomaro passò poi alla figlia Anna Lascaris e quindi al primogenito Claudio nel 1511 che per la giovane età fu affiancato dall'uomo d'armi Alessandro Sorlium e dal capitano Guiraldo Salomone; solamente il 19 giugno 1554 il Signore di Borgomaro Claudio Lascaris, deceduta la madre Anna, venne riconosciuto del titolo dalle comunità del Maro. Dopo vari passaggi di proprietà i feudi di Borgomaro e Prelà passarono nelle mani del figlio Onorato Lascaris (1562) e poi alla sorella Renata (1572). Dissidi tra familiari e scontri portarono la contessa e signora Renata a cedere le proprietà del Maro il 16 novembre 1575 al duca Emanuele Filiberto I di Savoia che, assoggetta pure la Contea di Tenda, fece di questo territorio della Liguria di Ponente un marchesato-podesteria del Ducato di Savoia; l'atto ufficiale di dedizione verso il duca fu compiuto dagli abitanti delle comunità il 3 gennaio 1577.

Fu Caterina d'Austria, moglie del duca Carlo Emanuele di Savoia e procuratrice generale, a cedere il Marchesato del Maro e il Contado di Prelà al marchese Gio Girolamo Doria nel gennaio 1590; nel 1605 il feudo di Borgomaro fu ereditato dal figlio Stefano Doria. Durante la guerra tra il ducato sabaudo e il Ducato di Mantova del 1614 le truppe spagnole, genovesi e napoletane riuscirono ad entrare nel territorio del Maro, dopo la conquista di Oneglia, e quindi conquistare il 30 gennaio 1615 il castello di Borgomaro dove si erano asserragliati i soldati del duca piemontese. Solamente nel 1618 il Regno di Spagna, con la pace di Pavia, restituì i feudi ai Savoia che eleggeranno questa parte dei loro domini al titolo di principato che fu assegnato ad Emanuele Filiberto.

Nuovi scontri a Borgomaro arrivarono con la guerra del 1625 tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova con i Genovesi che, conquistata la marina di Oneglia, facilmente e senza troppa resistenza entrarono nel feudo del Maro. Il castello, dove trovarono rifugio pure gli abitanti borgomaresi, capitolò rovinosamente dopo alcuni giorni con la cattura di ottanta soldati sabaudi e del loro comandante Luigi Bracco. La pace di Madrid del 1633 riportò Borgomaro tra i possedimenti del duca di Savoia.

Facente parte del Regno di Sardegna, i territori della valle del Maro e quindi anche la municipalità di Borgomaro confluirono tra il 1801 e il 1803 nella Repubblica Ligure andando a costituire il II cantone di Val di Maro nella Giurisdizione degli Ulivi. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 il territorio venne inserito nel Dipartimento di Montenotte sotto l'arrondissement di Porto Maurizio.

Nuovamente inglobato nel Regno di Sardegna dal 1815, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, confluìpanorama200 nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento omonimo del circondario di Porto Maurizio facente parte della provincia di Porto Maurizio e, con la sua costituzione, della successiva provincia di Imperia.

Al 1925 risale la soppressione dei comuni di Candeasco e Maro Castello e il conseguente accorpamento nel territorio di Borgomaro come frazioni; nel 1928 verranno accorpati i soppressi comuni di Aurigo, Conio, San Lazzaro Reale, Ville San Pietro e Ville San Sebastiano. Solamente Aurigo, nel 1954, acquisì nuovamente una propria indipendenza comunale da Borgomaro.

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana dell'Olivo e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008, fino al 2011 della Comunità montana dell'Olivo e Alta Valle Arroscia.

 

candea

Su di un pendio che è fra i meno ripidi di tutto l'alto bacino dell'Impero, ben esposto al sole, si erge Candeasco, piccolo e grazioso borgo, che sino al secolo scorso si raggiungeva solo attraverso mulattiere. Vuole la tradizione che fosse diviso in 16 ville dove si annidavano i "bravaccioni" circondati da una numerosa popolazione che fu poi decimata da guerre, carestie, epidemie ed emigrazioni. Il passaggio di San Bernardino da Siena e le sue predicazioni in particolare proprio a Candeasco hanno ispirato l'intitolazione della chiesa parrocchiale di origine medioevale, ma completamente rifatta in epoca barocca. Del primitivo edificio quattrocentesco si conservano in abbondanza rocchi di colonne e capitelli sparsi dovunque nella piazza e nelle vie a guisa di sedili o come arredi minori. Fuori paese si trova la cinquecentesca cappella dei Melissano con un'interessante sovrapporta in rilievo rappresentante l'Annunciazione. A poca distanza dalla cappella vi è il caratteristico oratorio di N.S. degli Angeli di tradizione barocca, con portico a sedile che fronteggia l'ingresso, opera dell'architetto G.B. Marvaldi. La famiglia degli architetti Marvaldi, famosi nell'imperiese per la loro architettura chiesastica barocca, è originaria di Candeasco. L'operato degli architetti, che va dagli inizi del XVII secolo fino alla fine del XVIII, si esprime agli albori nella semplicità del suddetto oratorio, raggiungendo la sua massima espressione nella chiesa parrocchiale di Cervo. Questa località ci offre un prelibato dolce locale, "la bugia". Esso viene preparato per tradizione dalle donne del posto con soffice e morbido impasto, amalgamato sino a diventare trasparente, fatto saltare nel genuino olio di oliva bollente e infine cosparso, a doratura avvenuta, con zucchero e limone. Si ricorda ancora che, in loco, viene prodotto in abbondanza il citato olio extra vergine di oliva.

Conio, a 650 m. di quota, è il più alto insediamento della valle. L'abitato presenta importanti tracce della storia medioevale, di cui il campanile rustico in pietre squadrate e le navate, formate da archi e da colonne in pietra nera della chiesa di San Maurizio, sono la massima espressione. La chiesa e rimasta ad indicare forse anche la sede originaria dell'abitato di Conio, successivamente trasferito sul crinale più alto nei pressi del castello. Quest'ultimo, trasformato da roccaforte in palazzo dei conti di Ventimiglia, fu incendiato durante l'ultima guerra ed e attualmente in fase di restauro e ricostruzione da parte della Soprintendenza ai beni ambientali e culturali per la Liguria e conserva parti delle strutture murarie perimetrali in blocchi di pietra squadrata. La forma del tessuto edilizio dell'abitato risente del complesso incrocio di strade che si diramano in basso verso Borgomaro, in direzione di Poggialto e verso il passo di San Bernardo di Conio . A Conio, dove si trovano diverse fontane, è visibile anche uno dei più interessanti lavatoi della valle. Sistemato in un profondo vano esso è formato da una grande vasca quadrata agibile da ogni lato, con lastroni di ardesia. La sua forma raccolta evidenzia nella copertura in pietra il carattere montano dell'abitato legato, attraverso il Monte Grande, alle più estese aree della transumanza di tutto il ponente ligure, dal Roia al Tanaro. Negli orti, siti sotto il paese e abbondantemente irrigati, si coltivano i gustosi e rinomati fagioli bianchi di Conio, disponibili presso tutti i locali produttori.

 

La frazionsanseba1e di Ville San Sebastiano ha origine da un insediamento rurale minore a carattere sparso. Entro i suoi confini si trova la chiesa matrice dei SS. Nazario e Celso che tutt'oggi ne e la parrocchiale. Trovandosi, pero, questa Chiesa alquanto discosta dall'abitato, funziona in questo luogo una chiesa succursale, dedicata a San Sebastiano, di origine quattrocentesca e rifatta in periodo barocco. Il campanile rimane a lato ed e diviso in due tronconi: alto e semplice il primo, basamentale, con lesene angolari il secondo. L'emergenza, in tinta chiara, fa spicco tra il verde – argenteo degli ulivi e ben s'impone a chi transita lungo la strada provinciale da valle a monte e viceversa. Dall'abitato una strada ripida sale al santuario della Madonna della Neve presso il quale, di notte, alla vigilia della festa è tradizione che i giovani accendano un grosso falò. La cappella ospita una pregiata statua seicentesca in marmo, raffigurante la Madonna col Bambino. La principale ricchezza è stata ed è ancora la coltivazione dell'olivo: le numerose piante sono sostenute da muri a secco, costruiti a sostegno delle fasce, scavando la terra dalle fessure della roccia e trasportando a spalle tutte le pietre necessarie alla colossale costruzione. Tale coltivazione, non essendo più sufficiente, è stata integrata, decenni or sono, dall'allevamento del bestiame, praticato in modo intensivo. Fu consuetudine raccogliere tutti i capi sulla piazza il giorno seguente la festa di San Sebastiano per una benedizione propiziatrice.

Il piccolo bomarocas1rgo di Maro Castello sorge a ridosso del capoluogo. Se già intorno al 1600 il feudo "collem de castro Macri" non avesse perso l'importanza economica e sociale propria dei centri curtensi, a vantaggio del paese di fondovalle, Borgomaro, si potrebbe ammirare il castello del Maro. Esso fu in tempi diversi possesso dei conti di Ventimiglia, degli Angioini di Francia, dei Lascaris di Tenda, dei Savoia e dei Doria. Il castello fu definitivamente distrutto nel XVII sec. dai genovesi in lotta contro i Savoia. Purtroppo, ai giorni nostri, non rimane che un misero rudere soprastante le attuali case, la grande piazza della chiesa e la fontana con lunghi lavatoi ed abbeveratoi su ambo i lati. Nel "prato della corte", tuttora agibile e accessibile dalla strada, aveva sede il tribunale e si amministrava la giustizia. I condannati a morte venivano sepolti nella sottostante cappella di San Rocco in una tomba comune, come ricordato da una scritta latina. A Maro Castello, come in tutte le altre frazioni, si può degustare ottimo olio extra vergine d'oliva, presso i piccoli produttori locali.

sbconioIl piccolissimo villaggio di San Bernardo di Conio è adagiato sul crinale orientale che scende dal Monte Grande. Esso è composto da un gruppo di casolari di costruzione relativamente recente, disposti tra gli alti crinali della valle Argentina e lungo l'importante strada di collegamento col Piemonte. Essa è già presente in un'antica cartografia della contea di Tenda, quale via di collegamento tra l'imperiese ed il basso Piemonte occidentale. Una lapide nell'abitato ricorda "la battaglia di Monte Grande", dell'ultima guerra. San Bernardo e legato completamente al turismo minore, in costante affermazione, che contribuisce alla vita di questa valle. Nei suoi prati crescono molte varietà di fiori protetti: genziana, genzianella, viola, margherita, lavanda e tulipano dei monti, mentre nei suoi boschi si raccolgono ottimi funghi. Su questi crinali ondulati si possono ancor oggi ammirare numerose costruzioni rustiche, quadrate o tonde, con le pietre a secco disposte in modo da avvicinarsi sempre più verso l'alto fino a combaciare, tipiche della valle del Maro: le "caselle", costruite dai pastori come riparo per loro e per gli attrezzi. La casella, il caruggiu, il gumbo, la mulattiera, il sentiero: simboli della nostra storia, storia di un mondo rurale che può e vuole ancora fare storia con la sua gente tenace e fiera, i suoi luoghi tranquilli, il profumo della sua terra, il verde intenso dei boschi, dei pascoli e dei prati e... con i suoi ottimi prodotti locali.

 
Sanslazzaro Lazzaro Reale sorge alla confluenza fra il rio Tresenda. e l'Impero che in questo punto piega ad occidente, dando origine alla Valle del Maro, alle cui vicende storiche il borgo fu sempre legato, come si evince dall'aggettivo "Reale", probabile ricordo della dominazione dei Savoia.. Tipico paese ligure arroccato su di un pendio, fu il crocevia delle antiche mulattiere che, risalendo da Oneglia, si diramavano con percorsi di fondovalle e di crinale verso il Piemonte e gli altri nuclei abitati della valle. Proprio su due di queste direttrici vanno ricercati gli impianti edilizi tardo - medioevali più antichi che ebbero funzioni commerciali e successivamente ospitarono attività di trasformazione. Il suo monumento più importante è un ponte romanico, a due campate, risalente alla fine del sec. XV, in buono stato di conservazione. La chiesa parrocchiale, rifatta nel corso del Seicento, conserva, all'interno, un trittico raffigurante la Madonna col Bambino, attribuibile alla bottega dei pittori Guidi da Ranzo, risalente al sec. XVI. Le risorse economiche sono costituite dall'agricoltura, dalla tipica attività di trasformazione delle olive nei frantoi oleari e, non ultima, dall'attrattiva che esercita la specialità gastronomica del luogo: le anguille.

Ville Sansanpie2 Pietro si trova su un declivio alle falde del Monte Moro, esposto al soffio dei venti di tramontana. Caratteristici sono i diversi oratori costruiti in antica data, uno per ogni borgata; alcuni di essi sono dotati di portico per il ristoro ed il riparo dei fedeli, anticamente congregati in confraternite. Questo piccolo paese ha dato i natali ad illustri inventori, quali Francesco Mela fu Giovanni che nel 1897 impiantava due macchine tipografiche stampando manifesti e moduli per le parrocchie ed i comuni di Ville San Pietro, Ville San Sebastiano , Carpasio, Vasia, Rezzo, Aurigoe Conio; Giacomo Maria Vescino ricordato per la manifattura di orologi pubblici e, come dice la tradizione, per la costruzione dell'artistico orologio dei "quattro cuori" di Mondovì. Fu merito di un artigiano di Ville San Pietro l'aver escogitato per primo in Italia il sistema, ancora in uso, di lavare le sanse delle olive, permettendo di aumentare notevolmente la produzione olearia. Copiose sono le acque sorgive, come la "Lovara", estesi i pascoli e i prati ove vengono raccolte lavanda e menta per essere distillate, e gli oliveti, intercalati da zone boschive coperte da castagni e querce dove i cacciatori trovano selvaggina stanziale e, nei mesi autunnali, ottimi funghi porcini. In occasione delle feste pasquali non manca mai sulle tavole la gustosa torta di riso e verdura locale. Praticato ancor oggi è il gioco del pallone elastico, su vecchissima licenza rilasciata da Sanremo per usufruire del tetto della chiesa quale obbligatorio punto di rimbalzo della palla in fase di "battuta".

 

  • regolamenti comunali sono atti normativi approvati dal consiglio comunale. 
    Contengono: obblighi, divieti, regole e prescrizioni rivolti a diversi destinatari e stabiliti per disciplinare una serie di casi su cui il Comune ha competenza, tra i quali l'organizzazione e il funzionamento delle istituzioni e degli organismi di partecipazione, il funzionamento degli organi e degli uffici e l'esercizio delle funzioni, nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo Statuto comunale, secondo quanto previsto dall'art. 7 del D.Lgs n. 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali).

Nell'ordinamento giuridico italiano lo statuto comunale è l'atto normativo fondamentale, approvato ed emanato dal consiglio comunale, con cui esso stabilisce il proprio ordinamento generale.
Attraverso l'approvazione dello statuto il Comune si dà le regole relative alla sua amministrazione interna, ai fini e ai mezzi per conseguirli.
In particolare, lo statuto riporta il funzionamento degli organi di governo locali, le modalità di partecipazione dei cittadini, le forme di collaborazione tra il comune e altri enti, l'organizzazione degli uffici.
Contiene una breve introduzione che identifica il comune dal punto di vista territoriale e storico, con la descrizione di stemma e gonfalone delle onorificenze di cui si decora.
Una volta approvato, lo statuto viene pubblicato nel bollettino ufficiale della regione e affisso all'albo pretorio dell'ente per trenta giorni consecutivi, dopo di che viene inviato al Ministero dell'interno per essere inserito nella raccolta ufficiale degli statuti.

 

 

 

 

 

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stemma Borgomaro

 

Lo stemma comunale è costituito da uno scudo e da una corona collocata al di sopra dello scudo stesso. 
Per l'adozione dello stemma, secondo il Testo Unico degli Enti Locali, occorre una deliberazione del consiglio comunale, che ne deve dare menzione nello statuto dell’ente.

Riferimento normativo: Testo Unico degli Enti Locali (DLgs 18/8/2000 n. 267)

 

 

 

Chi contattare in Comune: Ufficio anagrafe

Per ottenere il tesserino di parcheggio per chi ha invalidità con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta, occorre presentare: modulo in cui si dichiarino sotto la propria responsabilità i dati personali e gli elementi oggettivi che giustificano la richiesta; certificazionemedica rilasciata dall'Ufficio medico-legale dell'ASL di appartenenza che attesti capacità di deambulazione sensibilmente ridotte. 
La validità dell'autorizzazione è di 5 anni, rinnovabili presentando certificato del medico curante che confermi le condizioni sanitarie. 
Per invalidità temporanee come infortuni, l'autorizzazione avrà le stesse modalità ma una durata stimata in base all'infortunio. 

Leggi e norme di riferimentoArt. 188 Cds e art. 381 regolamento di esecuzione 

 

Chi contattare in Comune: Gruppo Intercomunale di P.C. e A.I.B. della Valle Impero e Valle del Maro
 


Un piano di emergenza , come sottolineato dalle linee guida della Regione Liguria , rappresenta "...il progetto di tutte le attività coordinate e di tutte le procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un determinato territorio , in modo da garantire l'effettivo ed immediato impiego delle risorse necessarie al superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita". 

Il Sindaco potrà conseguentemente disporre di un valido riferimento che rappresenterà un percorso organizzato in grado di affrontare , soprattutto nella fase iniziale , le probabili difficoltà insite in un evento non programmato e dagli effetti talora imprevedibili. 

 
Per approfondire (su altri siti): Portale Regione Liguria Sezione sulla Protezione Civile

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Al servizio protezione civile fanno capo le seguenti competenze:

Gestione rapporti con il Gruppo Comunale di Protezione Civile

Redazione, modifica aggiornamento Piano Comunale di Protezione Civile

Acquisto attrezzature

Manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi in dotazione al Gruppo Comunale

Gestione rapporti con la Regione Liguria, Provincia di Imperia, Dipartimento Nazionale di Protezione Civile

Segnalazione danni a seguito di calamità naturali

 

 

Sede legale: Piazza V. Emanuele II n. 2, Pontedassio (IM)

Sede operativa: Vico Teglie, piano terra del Palazzo Comunale

Capo del Gruppo Intercomunale: Sindaco pro tempore Geom. Franco Ardissone

Responsabile operativo sul territorio: Sig. Gianfranco Calzia 

Responsabile Settore P.C.:

Istruttore tecnico: Geom. Daniele Ascheri

RECAPITI TELEFONICI: Tel. 0183/279026 - Fax : 0183/279721

RECAPITO TELEFONICO H24: 3358409131

Tutte le informazioni sui servizi sanitari presenti sul territorio comunale

 

 

FARMACIE:
 
- Pirero dott.ssa Francesca - Via Agostino Guglieri, 44 Borgomaro - Tel. 018354038

- Agnese dott. Alessandro -  Via IV Novembre, 38 - Chiusavecchia (IM) - Tel. 018352830

 



MEDICI DI FAMIGLIA:

- Dott.ssa Delfino Ilaria - Via L. Ameglio 32 - Ambulatorio Comunale -  Tel. 3336710491 - 3703337093

 

- Dott. Aschero Enrico - Via Municipale - Ambulatorio Comunale Fraz. San Lazzaro Reale - Tel. 3388650730

 

- Dott. Akkad Wattar Abdul Salam - Via L. Ameglio 32 - Ambulatorio Comunale - Tel. 3479648300 


 

Per approfondire su altri sitiportale dell'Azienda Sanitaria Locale 1

Chi contattare in Comune: [INSERIRE LINK A CONTATTO]
 

La centralità del patrimonio naturalistico ed ambientale nel proprio territorio, ci ha da sempre spinto a dedicare particolare cura alle politiche ambientali.

Il Comune ha aderito al "Patto dei Sindaci", una iniziativa comunitaria ("Covenant of Mayors")che impegna a ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica entro il 2020. Il primo passo è stata la misurazione della situazione di partenza

 

Chi contattare in ComuneUfficio Anagrafe

 

Pubblicazioni di matrimonio
AttLe pubblicazioni devono essere richieste dai futuri sposi almeno due mesi prima della data prevista per il matrimonio, presentandosi in Comune con estratti degli atti di nascita, documenti di riconoscimento e due testimoni. Per otto giorni consecutivi la pubblicazione verrà affissa all' Albo pretorio per eventuali opposizioni al matrimonio. In caso di matrimonio religioso, il certificato di eseguite pubblicazioni viene restituito dopo altri tre giorni per consegnarlo al parroco. Per celebrare il matrimonio civile in un altro comune, occorre presentare domanda con le ragioni di opportunità e convenienza; la delega verrà consegnata dal Comune il quarto giorno dopo l'ultima pubblicazione. Le pubblicazioni scadono e vanno ripetute se il matrimonio non viene celebrato entro sei mesidalla data di eseguita pubblicazione. 

  • Riferimenti normativi: Codice Civile ( tit. V - del matrimonio DPR 311/2000 nr.396 


Certificato di matrimonio
Attesta luogo e data del matrimonio e può essere richiesto in qualsiasi momento da chi ha contratto matrimonio nel Comune o da chi che ne conosca i dati anagrafici, presentando un documento di riconoscimento del Richiedente in corso di validità e i dati anagrafici (Nome, Cognome, Indirizzo e Data di Nascita) della persona a cui si riferisce il certificato. Il certificato può essere sostituito dall'autocertificazione* e ha validità 6 mesi rinnovabili mettendo in fondo al certificato la dichiarazione che le informazioni in esso contenute non sono variate (senza l'obbligo di autenticare la firma); le Pubbliche Amministrazioni, i gestori o esercenti di pubblici esercizi che lo richiedono, dovranno ancora ritenerlo valido. 

  • Norme di riferimento: Legge 24 dicembre 1954, n. 1228; D.P.R. 30 maggio 1989, n. 223; Legge 29 dicembre 1990, n. 405; Legge 15 Maggio 1997 n. 127 c.d. Legge Bassanini
  • Note: * che dovrà essere accettata dalle Pubbliche Amministrazioni e dai gestori di pubblici servizi. Gli enti privati e l'autorità giudiziaria possono invece richiederne la produzione, non essendo obbligati ad accettare le autocertificazioni 

 

 

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